I pasti e lo zaino: un dono concreto per le bambine e le di Nyampinga
“L’educazione è più importante della nascita” recita un proverbio rwandese. Per le bambine e ragazze sole della comunità di Nyampinga entrare in classe ogni giorno significa poter crescere e studiare in un luogo protetto all’interno delle strutture scolastiche. Un letto sicuro dove andare a dormire ogni notte nelle stanze con le compagne e pasti garantiti da condividere attorno ad un tavolo. Prepararsi ad un futuro di autonomia, per sé, la propria famiglia e la comunità intera.
Se vuoi, con 30 euro al mese garantirai ad una studentessa in Rwanda la possibilità di frequentare la scuola per un intero anno, sostenendo la retta scolastica, pasti nutrienti e kit zaino.
E se fai parte di un gruppo (famiglia, azienda, classe, squadra, amici od associazione) che vuole destinare dei fondi per una buona causa, perché non farlo insieme, condividendo la gioia di partecipare ad un progetto comune?
Il progetto sosterrà il gruppo di ragazze e bambine sole della comunità diffusa di Nyampinga, con fragilità sociali ed economiche, assicurando la possibilità di studiare e trovare alloggio presso scuole e studentati. Una comunità diffusa non prevede un luogo fisico di permanenza delle persone che ne fanno parte, ma l’appartenenza a una rete di sostegno, relazioni e cura per crescere e partecipare alla vita del territorio abitandolo.
Con una donazione di 360 euro potrai o potrete insieme dare una risposta concreta per sostenere la scuola, il materiale scolastico e i pasti di una giovane studentessa
GIFT CARD
Non è un vero e proprio pacco dono, ma è davvero speciale. Insieme possiamo regalare ad un bambino o ad una giovane ragazza in Rwanda la possibilità di mangiare pasti nutrienti per due settimane o garantire uno zaino con tutto il materiale scolastico necessario per un anno.
KIT PASTI | donazione 12 euro
Pasti nutrienti per una ragazza o un bambino per due settimane
KIT ZAINO | donazione 25 euro
Zaino e materiale scolastico per una ragazza per un anno intero
Per condividere il proprio dono con le persone più vicine, i kit sono disponibili nel formato confezione regalo, all’interno di una scatoletta in carta di riso, oppure possono essere inviate via mail in formato Pdf per essere stampate in autonomia: per informazioni scrivici a info@variopinto.
Il sogno di diventare educatrice: il racconto dal Rwanda
Il racconto del cambiamento della vita di una delle studentesse che sono state supportate dai Variopinti nel percorso di studi con “A scuola per un anno”
Ore 7.30: al Centro Nyampinga la giornata comincia presto e non potrebbe essere altrimenti! E anche stamattina i “primi passi” sono accompagnati dalle risa delle tante ragazze che finalmente si ritrovano a condividere un week end insieme.
C’è chi prepara la colazione, chi si infila un paio di infradito, chi semplicemente fa conversazione: un’invasione allegra e colorata di giovani donne, che oggi sembra si stiano preparando a far festa.
Ma oggi non è un sabato qualunque, di una qualunque settimana dell’anno?
Che sia dovuto al misterioso appuntamento che ci hanno fissato questa sera?
Ore 18.00: al centro tutto è pronto: il direttore e le educatrici sono arrivate e noi Variopinti con rapide occhiate cerchiamo di capire cosa sta succedendo.
Una vera festa in stile ruandese… c’è chi si preoccupa del protocollo introducendo le varie fasi e dando la parola di volta in volta a qualcuno, chi di distribuire la Fanta e le sambusa, chi di iniziare i canti e le danze. Un gruppo unito, forte di legami di amicizia che non vengono meno nonostante la scuola secondaria ad internato, che ciascuna frequenta in diversi parti del Paese, non permetta loro di incontrarsi frequentemente.
Dalla strada al Centro Nyampinga, dalla scuola primaria a quella secondaria e che emozione quando le quattro ragazze che frequentano l’Università, in un inglese fluente, raccontano della loro esperienza e traducono velocemente per le più piccole, che ancora frequentano la scuola primaria, nella loro lingua madre, il kinyarwanda. Tutti noi abbiamo gli occhi lucidi e un groppo alla gola quando, ad una ad una, ripercorrono insieme la loro storia di ragazze ora non più sole al mondo.
I ricordi affiorano e ci sono tante storie belle, come quella di D., una ragazza accompagnata al centro insieme a sua sorella, perché la mamma, unico riferimento adulto, non era in grado di occuparsi di loro, tanto che la scuola primaria del villaggio era per entrambe pressoché sconosciuta. Di giorno vivevano sulla strada per cercare compagnia e qualcosa da mangiare presso qualche vicino, perché la casa di mattoni di fango, semidistrutta a causa delle tante stagioni delle piogge, non era certo un luogo accogliente. Il tempo è passato e oggi D. è iscritta al secondo anno della scuola secondaria, con il desiderio di continuare a studiare per diventare educatrice. Il suo sogno è quello di poter aiutare tante altre bambine e ragazze che come lei sperimentano solitudine e abbandono e poco importa se il Direttore della scuola è molto severo ed esigente, se le regole e la disciplina sono stringenti, se occorre studiare tanto, forse troppo, per poter ottenere una media che consenta un domani di provare ad ottenere una borsa di studio per l’Università. In fondo è quello che succede a tutti i ragazzi e le ragazze rwandesi che hanno la fortuna di poter frequentare una scuola ad internato, un luogo protetto e sicuro, dove i pasti e il letto sono garantiti e dove le incombenze della vita quotidiana sono quelle relative alla cura di sé, come lavarsi i panni, pulire la camerata o il cortile, preparare la tavola, ma esentati dai tanti incarichi che la vita, in una famiglia rwandese, ancora richiede e che distraggono dallo studio, come prendere l’acqua, accudire ai più piccoli, recuperare la legna, cercare il cibo. Una consapevolezza che traspare dal racconto di D. insieme all’orgoglio nel presentare, su invito del Direttore, i risultati ottenuti nell’anno scolastico appena terminato e all’amore per lo studio che ribadisce con convinzione.
Il grazie alle educatrici che l’accompagnano con le visite mensili permesse dalla scuola ogni prima domenica del mese e che non la fanno sentire sola, si accompagna a quello ”ai variopinti”, che dall’Italia, pur non conoscendola, attraverso la loro vicinanza concreta e fattiva, le stanno garantendo questa grande opportunità. Un impegno e una responsabilità per D. che se ne fa carico senza perdere il sorriso. Un sorriso colmo di emozione sua e di tutte le altre ragazze di Nyampinga che, come lei, provano a immaginare un futuro ricco di possibilità, con coraggio e senza perdere la forza di sognare, nonostante tutto.
Questa giornata speciale a Nyampinga si chiude con una danza e una cena tutti insieme, perché in Rwanda fa buio presto la sera. Guardiamo le ragazze danzare e cantare, sapendo che “a Nyampinga è racchiuso tutto il loro tesoro” e adesso, più che mai, anche un po’ del nostro cuore.